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Argomento molto dibattuto questo…!!

Fino a qualche decennio fa i bambini dormivano di default insieme agli adulti. Oggi, invece, nuovi punti di vista bollano come scorretta questa pratica. Ciò porta, di conseguenza, anche innumerevoli sensi di colpa in quei genitori (molti) che consentono ai propri bambini di dormire vicino a loro.

Mentre in occidente è diventato un must che i propri figli dormano possibilmente in un’altra stanza rispetto ai genitori fin da neonati, presso altre culture (per esempio centro e sud americane, asiatiche, africane) il co-sleeping (dormire in prossimità degli adulti)  è la normalità e, anzi, la pratica occidentale è vista come estremamente scorretta…!

Posto che, dal mio punto di vista, è importante che ogni famiglia decida cosa è meglio per sé, vorrei qui evidenziare alcune questioni, in modo che i genitori possano fare una scelta consapevole, al di là dei tabù e delle mode del momento.

  • Non esistono ricerche scientifiche in grado di dimostrare che, soprattutto per i bambini nel primo anno di vita, sia dannoso dal punto di vista del loro sviluppo emotivo il co-sleeping. Anzi, esistono ricerche che evidenziano come i bambini piccoli che dormono vicino ai genitori abbiano uno sviluppo migliore dei bambini che non dormono vicino ai loro adulti di riferimento[1].
  • Le ricerche dimostrano che il co-sleeping facilita l’allattamento al seno e previene significativamente il rischio di morte in culla (Sids). Nelle culture che praticano il co-sleeping l’incidenza della Sids è statisticamente decisamente inferiore a quella registrata nelle culture che non lo praticano. Per esempio, in Cina, dove dormire con i genitori è una pratica comune, la Sids è così rara che non esiste neppure un termine preciso per definirla. In particolare, però, va detto che il bed-sharing (condivisione dello stesso letto) è piuttosto dibattuto ed i pareri sono discordanti a causa di diversi rischi. Infatti, bisogna evitare l’uso di materassi ad acqua o estremamente morbidi; evitare cuscini per il bambino; evitare di dormire con il bambino su divani o poltrone; evitare di coprire il volto del bambino ed evitare coperte troppo pesanti o piumoni; evitare di dormire col proprio bambino se si è bevuto, se si è fumatori, se si è molto stanchi, se si assumono farmaci che appesantiscono il sonno;  evitare la condivisione del letto con persone che non siano i genitori; evitare di mettere il bambino in mezzo ai due adulti; il letto dovrebbe essere abbastanza ampio per accogliere tutti. Di conseguenza, piuttosto che stare tutti e 3 nel lettone, la condizione più sicura è quella di unire una superficie per il bambino ad un lato del letto dei genitori, alla stessa altezza dello stesso, oppure di collocare la culla/il lettino in prossimità del letto degli adulti, a portata “di mano”. Per esempio, sono in commercio dei lettini per bambini che possono essere fissati ad un lato del letto matrimoniale in modo da creare una superficie in più per il piccolo in piena sicurezza. La  AAP (American Academy of Pediatrics), infatti, raccomanda di utilizzare il room-sharing senza bed-sharing (ovvero dormire nella stessa stanza, ma su superfici differenti). Con un lettino aggiuntivo, quindi, ci si assicura la condizione di maggiore sicurezza per il neonato. Ci sono evidenze che questa sistemazione diminuisce di oltre il 50% il rischio di Sids ed è più sicura del bed-sharing (dormire tutti insieme nello stesso letto) o del sonno solitario (ovvero quando il bambino dorme in una stanza separata). Inoltre, tale sistemazione favorisce la stretta prossimità al piccolo facilitandone il nutrimento, la consolazione ed il monitoraggio[2].
  • Dormire in prossimità del proprio bambino, soprattutto nel primo anno di vita, fa sì che la madre possa regolare alcune fondamentali funzioni fisiologiche, ancora immature nel neonato, come: il ritmo respiratorio, la frequenza cardiaca, la regolazione della temperatura corporea, la velocità metabolica, la secrezione dell’ormone della crescita ed altri ritmi biologici, tra cui il rafforzamento del sistema immunitario, per cui il piccolo necessita del corpo materno (oltre alla nutrizione, come già detto).
  • Dormire vicino al neonato consente di rafforzare il legame con lui e di rassicurarlo, garantendogli un continuum con il corpo della madre (entro il quale è cresciuto ed ha vissuto per i primi 9 mesi della sua vita). Le ricerche evidenziano che, durante il sonno condiviso, mamma e bambino regolano reciprocamente i propri ritmi in maniera sintonica.
  • Il desiderio del bambino di non separarsi dai genitori durante la notte è un comportamento geneticamente programmato con un fine protettivo: essere solo di notte, per un cucciolo (compreso quello umano), significa essere alla mercé dei predatori. I neonati non sanno che la tigre dai denti a sciabola si è estinta e che le case sono sicure!!

Come detto, ogni famiglia è importante faccia la sua scelta. Non c’è giusto o sbagliato: quello che conta è poter scegliere consapevolmente, tenendo conto dei propri bisogni ed esigenze e di quelli del proprio bambino. Nel caso in cui si opti per il co-sleeping, credo che mamme e papà possano sentirsi rassicurati dal sapere che, in condizioni di sicurezza[3], questa pratica può essere utile per i propri cuccioli.

 

BIBLIOGRAFIA 

 

[1] “E’ molto diffusa l’idea che i cosleeper siano bambini insicuri: essa non regge alla luce delle ricerche di Keller e Goldberg. Questi autori hanno suddiviso i cosleeper in primari (che dormono in prossimità dei genitori dalla nascita – nda ) e secondari (bambini che dormono con i genitori recandosi nel loro letto da quando acquisiscono l’autonomia motoria e faticano a dormire da soli – nda), mostrando come i primi, ma non i secondi, abbiano punteggi significativamente maggiori dei solitary sleeper (bambini che dormono da soli nella loro stanza – nda) per quanto riguarda self-reliance (fiducia in se stessi) e l’indipendenza sociale, e che le madri degli early cosleeper (i bambini che dormono vicino ai genitori dalla nascita – nda) abbiano i punteggi maggiori in assoluto per la loro capacità di stimolare  e supportare le autonomie del bambino. (…) Al momento non esistono evidenze di conseguenze negative sul piano psicologico causate dal cosleeping.” Franco Nanni in “Dormire con i genitori. Tra Edipo e attaccamento” su Psicologia contemporanea di luglio-agosto 2010

 

[2] http://pediatrics.aappublications.org/content/128/5/e1341.full?sid=bd9574fb-4575-4d35-a46e-a63394e68331

 

[3] RACCOMANDAZIONI  Tratto da “Breastfeeding Medicine” volume 3, n. 1, 2008 – Traduzione di Elena Dal Prà con la supervisione di Adriano Cattaneo

Basandosi sulla letteratura scientifica l’ABM (Academy of Breastfeeding Medicine) detta le seguenti raccomandazioni per chi si prende cura del bambino:

  1. Dal momento che l’allattamento al seno è la migliore forma di nutrimento per il bambino, ogni raccomandazione che impedisce il suo inizio o ostacola la sua durata deve essere attentamente valutata tenendo in considerazione i benefici riconosciuti che riguardano il bambino, la madre e la società.
  2. non bisogna dare per scontato che tutte le famiglie pratichino solo un modo di dormire tutta la notte, ogni notte e durante il giorno. Chi si occupa di salute dovrebbe tenere conto del modo in cui il bambino si nutre, delle condizioni etniche, socio economiche e altre circostanze familiari quando deve avere un quadro completo delle pratiche relative al sonno del bambino.
  3. i genitori devono essere incoraggiati ad esprimere il loro punto di vista e cercare informazioni e supporto da parte di chi si occupa della loro salute. La sensibilità alle differenze sociali è necessaria quando si vogliono capire le modalità di sonno di un bambino.
  4. non c’è al momento alcuna evidenza scientifica sufficiente a supportare raccomandazioni di routine contro il dormire insieme. I genitori dovrebbero essere informati sui rischi e benefici del sonno condiviso e sulle pratiche non sicure di sonno condiviso, dovrebbero poi essere messi nelle condizioni di prendere le loro decisioni in modo consapevole.

Condividere il letto e dormire insieme sono delle pratiche complesse. I consigli ai genitori sugli ambienti in cui far dormire i loro bambini dovrebbero includere le seguenti informazioni:

  1. alcune pratiche potenzialmente poco sicure collegate alla condivisione del letto e al dormire insieme sono state identificate sia sulla base della letteratura scientifica sia sulla base del consenso di esperti sul tema:
    – esposizione al fumo dell’ambiente e madre fumatrice
    – condividere sofa, poltrone e divani con il bambino
    – condividere materassi ad acqua o materassi fatti in materiale soffice
    – condividere il letto con degli spazi adiacenti in cui il bambino potrebbe rimanere incastrato
    – mettere il bambino a dormire nel letto dell’adulto nella posizione prona o di fianco
    – uso di sostanze alcoliche o droghe che alterano i sensi da parte dell’adulto che condivide il letto
    – condividere il letto con altri bambini
    – condividere il letto con neonati di età inferiore a 8-14 settimane, può essere più fortemente collegato con casi di SIDS.
  2. Alle famiglie dovrebbero essere date tutte le informazioni sulle norme di sicurezza del luogo in cui far dormire i propri bambini, ecco quali:

– mettere i bambini a dormire nella posizione supina
– usare una superficie piatta e rigida evitando materassi ad acqua, poltrone, sofa, cuscini, materiali soffici o coperte non fissate al bordo del letto
– se devono essere usate le coperte, esse dovrebbero essere fissate tutto intorno al bordo del materasso in modo che non coprano accidentalmente il viso del bambino.
– assicurarsi che la testa del bambino non sia coperta. In una stanza fredda si potrebbe vestire il bambino con un’apposita tutina pesante che sostituisce la coperta per evitare che quest’ultima copra il viso del bambino
– evitare l’uso di trapunte, piumini, imbottite, cuscini, animali di stoffa nell’ambiente in cui dorme il bambino.
– Non mettere mai il bambino a dormire sopra un cuscino o nelle vicinanze di un cuscino
– Non lasciare mai il bambino da solo nel letto di un adulto
– Informare le famiglie che i letti degli adulti hanno dei rischi potenziali e non sono fatti per soddisfare gli standard di sicurezza per il sonno dei bambini
– assicurarsi che non ci siano spazi tra il materasso e la testiera del letto, le mura e altre superfici che possono intrappolare il bambino e soffocarlo.
– mettere un materasso rigido direttamente sul pavimento lontano dai muri può essere un’alternativa sicura. Un’altra alternativa al condividere il letto degli adulti o un materasso è l’uso di un letto per bambini che si attacca al bordo del letto degli adulti e assicura prossimità e facile accesso al bambino ma su due superfici separate. Attualmente non ci sono studi sulla sicurezza o efficacia di tali dispositivi.
– Condividere la stanza con i genitori può essere un fattore di protezione contro la SIDS.