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I bambini adorano gli scatoloni. Quante volte li abbiamo visti divertirsi con questo fantastico materiale a costo zero?!

Quando li hanno a disposizione, i bimbi passano molto tempo a giocarci, con mille idee:  dal semplice gioco di entrare ed uscire, all’arrampicarsi sopra e poi schiacciarli, al distruggerli, al farli diventare casa, castello, nave, elicottero e quant’altro (con tutte le varianti del caso).

 

 

 

 

Probabilmente molte volte, osservando i loro giochi, ci siamo chiesti come mai amino tanto questo materiale. A volte il significato delle loro condotte ludiche ci è sembrato più chiaro, altre volte meno.

In questo articolo scopriamo quindi di più in merito a questa grande attrattiva che gli scatoloni esercitano sui bambini della fascia di età prescolare (ma non solo!).

Un primo aspetto riguarda lo sviluppo della consapevolezza corporea. Infatti, i bambini nei primi anni di vita sono molto coinvolti nella scoperta del proprio corpo e di come esso funziona e ciò avviene soprattutto attraverso il movimento e il gioco (in particolare quello sensomotorio). Per usare un’immagine, è come se avessero avuto in dono un’auto e fossero tutti intenti a capire come funziona il mezzo, quali prestazioni può dare, cosa si può o non si può fare in modo sicuro con esso.

Uno degli ambiti di esplorazione e di sviluppo relativamente a questo aspetto  è la cosiddetta organizzazione spazio-temporale, ovvero l’acquisizione della capacità di orientarsi nel tempo e nello spazio e di adattare il proprio corpo e il proprio movimento rispetto a questi parametri. Ciò comporta anche che il bambino si chieda, tra le altre cose: “quanto sono grande?” e, per rispondere a tale quesito, ricerchi situazioni di movimento e gioco che gli permettano di esplorare e testare questa dimensione.

 

 

 

 

 

 

 

Gli scatoloni contribuiscono alla ricerca della risposta a questa domanda, oltre che, più in generale, allo sviluppo della consapevolezza corporea: infatti, entrando in essi, sostandoci dentro, accucciandosi, rigirandosi, provando a starci dentro in piedi, seduto, sdraiato, etc il bambino riceve diverse sensazioni dal proprio corpo e cerca di comprendere il proprio “ingombro” nello spazio. E questa è una dimensione da esplorare in continuazione anche perché la risposta è dinamica, in continuo mutamento, visto che sta crescendo[1]!

 

 

 

 

Un altro aspetto interessante e che genera attrattiva per i bambini è il tema della sicurezza. Gli scatoloni rappresentano un contenitore all’interno del quale essi possono rifugiarsi e sostare, nascondendosi e proteggendosi dalla vista degli altri, rannicchiandovisi dentro e ricercando un simbolico ritorno in utero. Infatti, nidificare, penetrare cavità, rappresenta un’opportunità molto piacevole per i bambini[2],  ricercata con grande frequenza e che permette di tornare ad una dimensione ancestrale, profonda, di sicurezza e appagamento di ogni necessità, come nel periodo gestazionale.

 

 

 

 

Tra l’altro, quando il bambino si cela nello scatolone, tipicamente l’adulto inizia la sua ricerca: “Giovanni, dove sei? Ma dove si sarà nascosto che non lo trovo più…mah!!” e parte così tutto il gioco del nascondino che piace tantissimo anche perché, in questo caso, finalmente si ribaltano i ruoli ed è l’adulto che cerca il piccolo e non viceversa, come avviene di solito! Sentire di essere cercati è molto importante per lo sviluppo affettivo in quanto il bambino sente di essere importante per l’altro e riceve una conferma del suo essere amato  e desiderato. Inoltre, questo gioco contribuisce allo sviluppo della permanenza dell’oggetto, ovvero sapere che l’altro continua ad esistere anche se non lo vedo ed io stesso (bambino) continuo ad esistere anche se gli altri non mi vedono.

 

 

 

 

Un’altra valenza importante del gioco con gli scatoloni riguarda lo sviluppo di una buona autostima e del senso di auto-efficacia. I bambini sanno benissimo di essere piccoli e si rapportano costantemente ad un mondo popolato prevalentemente da “giganti” e conformato a misura degli adulti. Così, nel momento in cui entrano in uno spazio piccolo come lo scatolone e lo occupano pressoché totalmente, possono finalmente sentirsi grandi, in grado di occupare tutto lo spazio. Allo stesso tempo, gli scatoloni, pur essendo ingombranti,  sono leggeri per cui i bambini li possono maneggiare facilmente, li possono trasportare, spingere, distruggere e questi  si piegano ed adattano al loro volere. In questo modo i bambini acquisiscono un senso di sé “potente”, nel senso del “ce la posso fare” e del “posso trasformare il mondo sotto l’azione del mio corpo e della mia volontà“.

Lo scatolone, poi, rappresenta un materiale semplice: infatti ha un colore naturale non particolarmente stimolante ed ha caratteristiche di neutralità rispetto agli stimoli, per cui il bambino può trovarvi un momento di riposo dal bombardamento sensoriale a cui è abitualmente esposto, allo stesso tempo potendo proiettare in esso e su di esso qualsiasi significato fantastico, stimolando così la propria creatività ed immaginazione.

Da questo punto di vista, lo scatolone si presta a rappresentare diversi simboli.

I bambini più piccoli fino ai 2 anni, 2 anni e mezzo circa, per lo più amano semplicemente entrare e uscire, sostarci dentro, nascondersi, anche in un simbolico ritorno in utero, come detto poc’anzi.

Se gli scatoloni vengono presentati come una torre o un muro, i piccoli adorano abbatterlo e poi rifarlo, per distruggerlo ancora, ottenendo così la possibilità di canalizzare la propria naturale energia aggressiva in un’azione de-colpevolizzata.

 

 

 

 

Spesso i bambini amano anche schiacciare e rompere gli scatoloni, ricavandone un grande piacere, soprattutto dopo aver prima sostato dentro di essi. In genere, il simbolismo di queste azioni riguarda ancora la canalizzazione dell’energia aggressiva, ma anche l’autoaffermazione e l’individuazione, ovvero quel processo attraverso il quale il bambino sviluppa la propria identità, separata dall’adulto di riferimento.

Poi, uno dei primi simboli che emerge, frequentemente, è il “letto”, per cui lo scatolone diventa luogo in cui “fare la nanna”, per sfociare già verso i 2 anni e mezzo/3  nel simbolo della “casa”, la quale rappresenta il corpo/il Sè poiché delimita il “dentro” (l’Io) e il “fuori” (il resto del mondo/Non-Io).

Man mano che i bambini crescono e le loro capacità linguistiche e rappresentative aumentano, gli scatoloni diventano frequentemente castelli o mezzi di trasporto di vario genere  permettendo narrazioni sempre più ampie, evolute, ricche e che possono vedere coinvolti anche più bambini in giochi coordinati e complementari in cui nascono storie complesse, con mondi e personaggi altri e dinamiche sempre più raffinate. In questo caso il significato dei giochi dei bambini rimanda sempre più all’esplorazione dei diversi ruoli che vengono messi in scena (il pirata, il super-eroe, il pilota, l’astronauta, il principe, etc), di come ci si sente nei panni degli altri e nel provare parti di sé “potenti” attraverso l’identificazione coi vari personaggi. Gli scatoloni favoriscono quindi la creazione di una “scenografia” che permette ai bambini di proiettare all’esterno il proprio mondo interno e di esplorare ciò di cui hanno bisogno per crescere, in totale sicurezza.

 

 

 

 

 

Silvia Iaccarino

[1] non a caso quando li misuriamo in altezza facciamo il segno sul muro, così che anche loro possano rendersi conto della differenza!

[2] anche se non per tutti. Alcuni bambini, infatti, non amano giocare con questo materiale e, più in generale nascondersi